domenica 4 gennaio 2015

Francesco D'Adamo, Storia di Iqbal

La “Storia di Iqbal” narra la storia vera di Iqbal Masih, un ragazzo pakistano di 12 anni che viene venduto come schiavo per pagare un debito della sua famiglia, costretto a lavorare in una fabbrica di tappeti dall'alba al tramonto, incatenato al telaio in condizioni disumane.
Iqbal è diventato famoso per la sua lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
Il mio personaggio preferito è stato proprio Iqbal per il suo coraggio, per la sua determinazione, la sua forza di ribellarsi, di far arrestare il suo padrone, il suo ostinato impegno nel voler liberare se stesso, i suoi amici e tutti i bambini sfruttati, maltrattati, fatti schiavi e costretti come lui a lavorare in una fabbrica di tappeti o di mattoni.
Mi ha rattristato venire a sapere che nel mondo succedono questi fatti così orribili, che nel mondo ci sono persone tanto crudeli che pensano solo al denaro e maltrattano dei poveri bambini. Hussain Khan, il padrone di questi ragazzi, per punirli quando non eseguivano bene il loro lavoro o si opponevano, li metteva nella “tomba” al buio, senza cibo né acqua anche per diversi giorni.
Sono stata contenta quando i bambini sono riusciti a far arrestare Hussain Khan, diventare liberi e contribuire così alla liberazione di tanti altri piccoli schiavi.
Mi è piaciuta molto la scena in cui Iqbal insieme a Maria e a Fatima, ormai liberi, correvano felici e facevano volare l'aquilone.
Il libro mi ha fatto riflettere su quanto noi qui siamo fortunati e spesso non ce ne rendiamo conto.
E' un libro triste, ma coinvolgente e commovente perché parla anche di amicizia, di libertà, di impegno, di non avere paura a denunciare ciò che non è giusto, di quanto bisogna lottare per conquistare quello che desideriamo o di quanto possiamo fare per rendere questo mondo un mondo migliore per tutti, soprattutto per le persone e i bambini a cui sono stati tolti i sogni e la vita.

Flavia Lupo, 1^E


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