giovedì 8 gennaio 2015

Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso

Il libro che ho letto durante le vacanze natalizie è un giallo. Il suo titolo è "Uno studio in rosso", di Arthur Conan Doyle. Mi ha colpito molto lo stile dell'autore perchè ha usato delle frasi semplici e facili da capire. All'interno di questo racconto ci sono vari personaggi: quello che mi ha entusiasmato di più è stato il famoso e unico Sherlock Holmes perchè, con la sua intelligenza e capacità, è riuscito a svelare il mistero dello studio in rosso. Quello invece che mi è piaciuto di meno è stato il signor Stamford, perchè è quello meno caratterizzato: di lui si è parlato poco (solo all'inizio) ed ha solamente fatto conoscere Sherlock Holmes e il dottor Watson, un giovane dottore che ha condiviso con lui un appartamento dato che entrambi erano molto poveri. I due diventarono amici e, insieme, scoprirono l'identità dell'assassino grazie alle indagini, agli indizi e ai confronti. La parte del libro che mi è piaciuta di più è quando un signore ha trovato il corpo di un uomo morto e ha subito chiamato Holmes, perchè è da questo evento che prendono il via le vicende del libro.
La frase che mi ha impressionato è quella in cui Holmes, che non sapeva nulla del dottor Watson, gli dice che era stato in Afghanistan e, infatti, era proprio così. Ancora adesso non riesco a capire come Holmes lo abbia potuto scoprire e, quando ho letto la sua spiegazione, sono rimasta colpita dalla sua capacità deduttiva.
Mentre leggevo questo libro, immaginavo di far parte di esso e "navigavo" in un mondo di emozioni e sentimenti: la paura e l'agitazione nei momenti di suspence e la calma e tranquillità nei momenti riflessivi. A me questo libro è piaciuto molto e spero di poter leggere molti altri libri di genere giallo e di Conan Doyle. Per me "Uno studio in rosso" è indimenticabile.

Chiara Gozzi, 1^E

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