martedì 6 gennaio 2015

Ann Brashares, Quattro amiche e un paio di jeans

Ciao a tutti,
oggi volevo parlarvi di un libro che ho riletto almeno un paio di volte durante queste vacanze natalizie.
Il libro in questione è “Quattro amiche e un paio di jeans” dell’autrice Ann Brashares, che ho scoperto far parte di una serie composta da quattro volumi.
Cosa dire di questo romanzo?
È sicuramente un libro rivolto ad un pubblico prettamente femminile e personalmente credo sia fantastico.
Vengono trattati temi inerenti alla realtà contemporanea, come le separazioni tra genitori, il cancro e le relazioni sentimentali.
È davvero molto avvincente e mi ha affascinata sotto diversi aspetti.
Il linguaggio è semplice ma, al contempo, tanto coinvolgente da tenerti incatenata fino all’ultima pagina.
Adoro il modo in cui l’autrice narra le situazioni che si creano durante l’avventura estiva delle protagoniste e, soprattutto, la sua delicatezza e sensibilità nel descrivere la profonda amicizia che lega le quattro amiche.
Mentre si legge, si ha la sensazione di vivere in prima persona le vicissitudini, le gioie e i dolori dei vari personaggi.
In quanto adolescente, non puoi evitare di emozionarti con Bridget per la sua cotta verso Eric, essere solidale con Carmen per la sua rabbia nei confronti del padre e, soprattutto, della matrigna; partecipare alla sofferenza di Tibby quando Bailey perde la sua battaglia contro la malattia o “scioglierti”, come Lena, quando finalmente si abbandona tra le braccia di Kostos.
So che nel 2005 è stato tratto l’omonimo film con Alexis Bledel, la ragazza che faceva il telefilm “Una mamma per amica” (non so se qualcuna di voi l’ha mai visto, dato che è una di quelle serie per vecchiette, ormai sorpassata) anche se, però, non l’ho visto.
Amo alla follia il personaggio di Bridget, forse perché è bionda come me, ma lo trovo davvero un soggetto ben caratterizzato.
Il fatto che sia così determinata e decisa trasmette la voglia di lottare e di non arrendersi di fronte alle difficoltà piccole o grandi di cui è costellato il cammino di ognuno di noi.
La scena che preferisco si svolge in ospedale quando Bailey chiede a Tibby di giocare a Dragon Warrior mentre piano piano sta morendo.
È sicuramente un momento triste e drammatico ma al contempo riesci a percepire la serenità e la gioia della bambina che ha trovato in Tibby una valida alleata nell’affrontare il momento più tragico nella vita di ogni essere umano.
Quando leggi quelle righe, la mente vola a tutte le persone meno fortunate, ai bambini o agli anziani malati e vorresti poterli abbracciare per infondere loro il coraggio necessario ad affrontare il dolore che li ha colpiti.
Infatti, Bailey aveva paura, ma il fatto di avere accanto a sè la nuova amica la rende felice e le dà la forza necessaria per affrontare il triste destino che l’attende.
La frase che più mi ha colpita è la seguente: “Ricorda: pantaloni = amore. Ama le tue amiche. Ama te stessa.
Personalmente trovo l’amicizia uno dei sentimenti più grandi che esistano, anche più forte dell’amore.
È importante vivere in pace con se stessi e con gli altri perché solo così si può creare un legame tanto intenso quanto indistruttibile.
Il personaggio che non ho apprezzato molto è Lena, perché troppo diffidente, timida e scontrosa.
Non mi piacciono le ragazze eccessivamente insicure, la vita va affrontata con piglio deciso, con coraggio e, a volte, con un pizzico di follia che ti permette di apprezzare meglio determinate situazioni.
Per quanto riguarda la struttura del libro, l’unico appunto che posso fare è che mi sarebbe piaciuto approfondire i rapporti creatisi durante le vacanze: è pur vero che l’autrice ha scritto il sequel, ma avrei desiderato avere qualche anticipazione.
Per fortuna non ho vissuto molte delle esperienze narrate (es. la morte di un’amica malata di cancro; la separazione dei familiari) e, sinceramente, spero di non toccarle mai con mano.
Ma ciò non toglie che sia riuscita a gustarmi il libro; anzi, il leggerlo mi ha fatto apprezzare ancora di più la mia vita.
Quindi, libro fantastico che consiglio vivamente!

Lisa Bertipagani, 3^I

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