Mi è piaciuto molto
il libro di Roald Dahl intitolato “BOY” che narra della sua vita
da quando era piccolo fino ai 20 anni.
Il mio personaggio
preferito in questo libro è un maestro di nome Corckers che avrebbe
dovuto insegnare matematica ma al contrario la odiava, diceva che era
noiosa. Era completamente diverso da tutti gli altri professori del
collegio, era molto simpatico e divertente.
La scena più bella
è stata quando uno dei ragazzi più grandi che venivano chiamati
“BOSER”ha urlato “FAG”(cioè il nome con cui chiamavano i
ragazzi più piccoli) e tutti dovevano lasciare quello che stavano
facendo per correre verso di lui; siccome Dahl era arrivato ultimo,
gli toccò scaldare la tazza del water del Boser, che si trovava
fuori dalla scuola ed era sempre congelata.
In questo racconto
la frase più bella è stata: “Mi ricordo ancora le 50 frustate
sul fondoschiena”, perché ci fa capire come venivano trattati
i bambini nei collegi privati inglesi considerati i migliori del
mondo.
Secondo me l'autore
ha preso spunto da “BOY”, cioè dalla sua autobiografia, per
scrivere altri libri come per esempio MATILDE, LE STREGHE e LA
FABBRICA DI CIOCCOLATO. Nei primi due (come in “BOY”) Dahl vuole
mettere in evidenza la crudeltà e severità degli adulti verso i
bambini per far risultare ridicoli i grandi. Nel libro LA FABBRICA DI
CIOCCOLATA, invece, narra anche di ricordi positivi del collegio: ad
esempio, racconta che ogni tanto i bambini erano chiamati ad
esaminare e valutare delle tavolette di cioccolata.
Martina Campi, 1^E
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