martedì 6 gennaio 2015

Jay Asher, Tredici

Il romanzo di Jay Asher è un thriller psicologico, crudele e spietato, ma al tempo stesso sincero.
Il protagonista è Clay Jensen il quale, tornando a casa da scuola, trova davanti alla porta un pacco indirizzato a lui, senza mittente.
All'interno trova sette cassette numerate, in ogni lato, dal numero 1 al 13, con dello smalto blu: si tratta di registrazioni incise da Hannah Baker, la ragazza di cui Clay era innamorato e che si era suicidata due settimane prima.
I destinatari di queste cassette sono le persone che negli ultimi due-tre anni l'hanno fatta soffrire, tanto da spingerla a togliersi la vita.
Lo scopo della ragazza è quello di farsi ascoltare, sia pure da morta, da tutti quei ragazzi che non l'hanno ascoltata o capita.
Questo libro mi e piaciuto molto perché Hannah vuole far capire che anche un gesto, una frase, un sussurro, che può sembrare insignificante, può avere delle conseguenze inimmaginabili in persone fragili.
A mio parere ogni singola cassetta è  importante a modo suo, ma devo dire che le ultime due sono quelle che mi sono piaciute di più in assoluto, non tanto per ciò che accade, ma per i sentimenti e i pensieri di Hannah che cerca disperatamente aiuto senza alla fine trovarlo.
Il tema principale di questo libro è il suicidio.
Secondo me l'autore vuole far capire che a volte le parole posso fare male, anche più delle botte, perché le parole non si dimenticano, rimangono impresse nella mente e dette a persone sensibili possono avere conseguenze disastrose, possono portare a commettere atti pericolosi o tragici. Personalmente avrei cambiato il finale, salvando Hannah, dandole una seconda chance per ricominciare.
Insomma questo romanzo è una storia dura e inquietante, ma che sicuramente fa riflettere.

Sabrina Cutrignelli, 3^I

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